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lunedì 5 marzo 2018

Pierluigi Pirandello, ultimo nipote di Luigi e figlio di Fausto, è scomparso all’età di 89 anni. Una eredità che traccia linguaggi e parole


Di Pierfranco Bruni

Oltre ogni maschera la morte coglie il respiro e riavvicina i ricordi distaccando i giorni. È morto, a Roma, Pierluigi Pirandello, l’ultimo erede di casa Pirandello. Era nipote di Luigi Pirandello, figlio di Fausto.  
Nato a Parigi il 5 agosto del 1928, aveva svolto per 50 anni la professione di avvocato ma il suo punto di riferimento culturale restava sempre il padre, l’artista Fausto, con le profonde radici rivolte al nonno Luigi. Nel 2017 Pierluigi Pirandello aveva pubblicato, insieme ad Alfonso Veneroso, un volume dal titolo Il Pirandello dimenticato dal quale emerge il ritratto di un nonno affettuoso, a volte scontroso, molto amante della pittura, ricco di silenzi ma anche di visioni condivise con il figlio Fausto.
Pierluigi Pirandello aveva consolidato queste grandi eredità nell’ambito di una visione in cui l’eredità diventa determinante non soltanto da un punto di vista spirituale, ma anche etico e culturale. Nel 2011 ha dato vita, insieme alla moglie Giovanna, a una Fondazione dedicata al padre Fausto con la quale ha sviluppato diverse attività nel nome dell’arte e del legame tra arte e letteratura. Pierluigi conosceva molto bene questa dimensione, il legame tra arte e letteratura che univa il padre Fausto al nonno Luigi.

Con la sua scomparsa viene meno l’ultimo cordone in epoca contemporanea che si era stabilizzato all’interno dei processi letterari e artistici e in quella visione identitaria di un fare arte e letteratura.
Ciò che Pierluigi amava ricordare del nonno era il fatto che di mattina scriveva, con la macchina da scrivere, e il pomeriggio si dedicava alla pittura con Fausto. Un quadretto veramente importante che lega padre e figlio in un immagine fissa nello sguardo e nel cuore di Pierluigi.
La Fondazione Fausto Pirandello è nata con l’obiettivo di creare una valorizzazione culturale e nuovi modelli di approccio all’opera artistica di Fausto ma anche del primo Luigi Pirandello il quale, come è noto, aveva amato molto l’arte e aveva anche dipinto.
Questo legame era testimonianza di una identità consolidata attraverso dei principi geografici veri e propri, ovvero l’eredità dell’isola sicula. Gli aspetti artistici e letterari di Luigi Pirandello e del figlio Fausto vertono tuttora a una rilettura di quella dimensione del raccontare, del raccogliere, dell’essere in cui le radici diventano proiezione per la definizione di una cultura che attraversa inevitabilmente tutto il Novecento.
Con Luigi Pirandello si assiste al passaggio tra l’Ottocento e il Novecento, mentre con suo figlio Fausto siamo in pieno Novecento. Il nipote Pierluigi, testimone di questi passaggi, ha portato dentro di sé una forte volontà di proseguire il messaggio del nonno e del padre anche mediante la costituzione della Fondazione.
Il punto nevralgico della loro eredità resta il luogo dal quale sono partiti e al quale sono ritornati: Agrigento. Un territorio dal sapore greco, ellenico. Un ambiente fortemente mediterraneo nel quale i colori, la visibilità dell’immaginario e dell’immagine stessa di Fausto rappresentano la traducibilità di un linguaggio che è quello dell’arte vera e propria.
Ritengo che la scomparsa di Pierluigi Pirandello non determini nessun frattura, anzi rafforzi ancor di più la visione tra arte e letteratura, tra Roma e la Sicilia, tra Europa e Mediterraneo.
Ecco, quindi, l’essenza di un ricordo che porta dentro le matrici di un Novecento pirandelliano che ha dato voce alla teatralità, al valore della maschera e alla grande capacità di trasformare le parole in arte, in pittura, in colore.
Pierluigi, essendo l’ultimo testimone, nel suo testo dedicato al nonno Luigi, Il Pirandello dimenticato (edito da De Luca Editori d'Arte), ha dato prova tangibile del fatto che le eredità non possono mai essere dimenticate. Fausto, una pennellata in cui il colore aveva sempre un tratteggio di esistenza, portava le radici che incisioni di una grecità profonda. A questa grecità si era formato anche Pierluigi.


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